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Domino’s e Italia. C’entra davvero la pizza con l’ananas?

Nell’estate del 2022, dopo sette anni di attività commerciale, Domino’s Pizza Inc. ha deciso di chiudere il proprio franchising in Italia.

Alla chetichella. D’altronde, non ci si poteva aspettare che facessero lo stesso clamore mediatico di quando aprirono (nel 2015), no?

Eppure, la notizia della chiusura di Domino’s in Italia è rimbalzata tra la stampa e vari siti web di tutto il mondo.

A pensarci bene, sembra proprio un signor case-study: la pizza americana non ha potuto attecchire nel Paese che ha dato i natali alla pizza.
O qualcosa di simile.

Notizia sicuramente più eclatante di quella che riportava il ritiro della catena americana da Norvegia e Svezia, avvenuto solo 3 anni prima.

Ma veniamo ai motivi di questa debacle, che forse ora, a bocce ferme, sono un po’ più chiari.

Sì, c’è più di un motivo. E nessuno di questi riguarda la pizza all’ananas. Anche perché, nei suoi menù, Domino’s garantiva un prodotto realizzato secondo la tradizione italiana, utilizzando solo ingredienti locali.

Prima di tutto, il periodo COVID. Il famigerato biennio 2020-21 che ha ridotto notevolmente il fatturato per l’hospitality.
Il COVID ha infatti cambiato drasticamente il settore, in primis dando un’impennata alle consegne a domicilio, un “sottosettore” fino ad allora poco esplorato in Italia.

Il risultato è stato che nel food delivery, per forza di cose, ci si sono buttati tutti a capofitto, dal bar del Corso principale alla piccola trattoria di paese, dando vita ad un’agguerrita concorrenza in quello che, fino a poco tempo fa, era stato il cavallo di battaglia di Domino’s.

Ok, il COVID… Ma nei 5 anni precedenti, cosa aveva fatto Domino?

Beh, era arrivata ad avere 29 punti vendita, per lo più dislocati nelle grandi città del Nord Italia.
E pensare che il loro business plan inizialmente stimava 880 nuovi locali entro pochi anni…

Quindi, questo porta alla seconda potenziale ragione: il mercato della pizza è diverso in Italia che negli Stati Uniti.
Non proprio uno street-food, almeno non come lo percepiscono gli americani. Più un piatto da mangiare in compagnia, un’occasione per socializzare che piuttosto un alimento da consumare.

Tutte cose per le quali la pizzeria indipendente è ben più appetibile rispetto alla catena dal look uniforme e “impersonale”.

E a dimostrarlo: anche le catene di pizzerie italiane hanno dovuto affrontare momenti difficili nel corso degli anni.

Quindi, in conclusione: lo stile della pizza americana non c’entra niente, che sia hawaiana o pepperoni.

Almeno, non credo che abbia molto a che fare con ciò…

In ogni caso, qualunque sia lo stile delle tue pizze, ti consiglio di far lievitare l’impasto con un Armadio Fermalievita INOX BIM.

Che, per fortuita coincidenza, il sottoscritto vende.

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