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Gusti e disgusti

De gustibus non est disputandum” recita uno dei detti latini più conosciuti.

Giusto: i gusti personali altrui non sono opinabili, per quanto ci possano sembrare, per usare un eufemismo, molto eccentrici…

Tuttavia, una domanda interessante potrebbe essere: “Perché ci piacciono le cose che ci piacciono?“.
Vale a dire: perché i gusti, tra cui quelli relativi al cibo, sono così diversi da persona a persona?

Non c’è una risposta facile.
In effetti, (molti) studi scientifici hanno dimostrato che ciò dipende da una miriade di fattori.

Direi che questi possono essere divisi in due categorie: fattori genetici ed esterni.

Innanzitutto la genetica: nello specifico, la “configurazione” dei nervi e dei recettori del gusto, la quale influenza il livello di sensibilità agli aromi e ai sapori.

E poi i fattori esterni.

Come esperienze personali: su tutti, la familiarità con gli alimenti acquisita durante l’infanzia. Ricordate la Madeleine di Proust? Ecco, quello.

E vi dirò di più: uno studio ha addirittura dimostrato che queste risalgono addirittura a prima della nascita.
Infatti, sembra che le informazioni sugli aromi passino attraverso il liquido amniotico.

La cucina nazionale (chi viene dai paesi mediterranei generalmente ama l’olio d’oliva, chi viene dall’Asia alcune specie di spezie, e così via…).

Condizionamento culturale (un italiano ti dirà che la pizza all’ananas fa schifo, anche se l’ha provata e se ne è innamorato!).

Sensibilità al marketing (le aspettative di un ristorante con ottime recensioni o con un’etichetta bella e interessante ci influenzano. E molto!).

E questo solo per citarne alcuni!

In conclusione, a ciascuno i propri gusti. Anche se “discutibile“, come il gelato nella foto qui sotto!

Comunque… se la vostra azienda opera nel settore catering oppure hospitality, e qualora vogliate usufruire dei miei servizi di copy-writing e content-writingcontattatemi pure!

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