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La psicologia dell’All-You-Can-Eat

Sei mai stato a un buffet All-You-Can-Eat?
Certo che ci sarai stato… ci siamo stati tutti almeno una volta.

Saprai che questa formula è stata importata qui recentemente dagli USA.

Paradossalmente, però, i primi pasti All-You-Can-Eat che conosciamo si tenevano nel Vecchio Continente, nello specifico in Svezia, già a partire dalla seconda metà del XVII secolo: lo smörgåsbord.

Una parola che suona vagamente come “orgasmo”. Oh, l’ironia…

Qualcosa che chi non ha una déformation professionnelle come la mia probabilmente non nota (o, più semplicemente, non gli interessa), sono i tanti subdoli trucchi psicologici che i gestori mettono in atto per far sì che il cliente consumi meno, pur sentendosi libero di mangiare quello che vuole.

Hai mai notato quanto è piccolo il piatto?
In termini di dimensioni, è circa la metà di un piatto di qualsiasi altro ristorante ordinario.

E, di solito, ti viene fornito solo un piatto. Come puoi immaginare, è per impedirti di impilare troppo cibo in una volta.
Alzarsi ogni volta per riempire il piatto con una piccola quantità porta inevitabilmente ad un minore consumo.

Passiamo agli arredi…
C’è sempre un salad bar, anche piuttosto grande e ben allestita. Questo perché, secondo diversi studi scientifici, il 75% delle persone si ferma alle prime tre portate.
Si tratta della “paura della scarsità”: senza entrare troppo nel dettaglio, la paura atavica degli esseri umani di restare a mani vuote!

Allora perché non presentare subito la lattuga, il cavolo cappuccio, l’immancabile julienne di carote… tutti alimenti poco costosi che danno un bel “effetto visivo” di abbondanza.

Ma prima o poi dovremmo riempirci lo stomaco, giusto?

Sapete perché gli All You Can Eat sono pieni di pane, riso, riso fritto, pizza e patate (a purè, fritte o al forno)?

La risposta è l’amido.

I cibi amidacei, oltre ad essere economici, danno un immediato senso di sazietà.
E le proteine? Non mancano mai formaggi, uova, tonno, pollo e maiale.

Vale a dire: le fonti di proteine più economiche!

Ci sono anche vitello e pesce, sì. Ma, di solito, c’è un operatore a servirli. Chi si prende molta cura di tagliarli sottili sottili!

E ci sono sicuramente altri “trucchi” che non mi vengono in mente in questo momento.
Sai, non sono uno psicologo.

Piuttosto, mi occupo di copywriting e contentwriting. E, qualora la tua azienda operi nel settore catering oppure hospitality e possono tornarti utili i miei servizi, scrivimi pure!

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