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Il Caciocavallo dell’Emigrante

Agli inizi del XX secolo, l’immigrazione era ormai diventato un fenomeno di massa negli Stati Uniti.

Dinnanzi a orde di poveri disperati provenienti dal Vecchio Continente, le autorità sanitarie americane non avevano altra scelta che stabilire delle draconiane misure di sicurezza igienica.

Ed ecco quindi, che oltre al bando verso piante ed animali, ve ne fu anche uno che proibiva la carne di maiale e prodotti derivati. Bando che, nonostante fece da cornice ad uno splendido film con Sofia Loren e Gigi Proietti (“La mortadella“, 1971), portò a sequestri di montagne di insaccati, mortadelle, prosciutti et similia.

I paisà, costretti a vivere in ristrettezze e facendo lavori massacranti, venivano anche privati sapori delle loro terre di origine.

Il bando non riguardava i prodotti caseari, dei quali l’importazione era permessa senza restrizioni.

E quindi, come recita un adagio vecchio di secoli, “fatta la legge, trovato l’inganno”.

Nacque il “caciocavallo dell’emigrante“: formaggio stagionato a pasta dura (il caciocavallo, appunto) lavorato attorno al salame. Quest’ultimo, ora ricoperto interamente e quindi reso invisibile agli occhi delle guardie doganali, poteva venire contrabbandato negli USA.

Perché si, va bene il folklore. Ma introdurre in un Paese un prodotto bandito è comunque “contrabbando”. No?

Ad ogni buon conto, l’armadio climatico di Inox Bim è l’Ideale per stagionare sia i salumi che i formaggi. Anche contemporaneamente.

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