REFRIGERAZIONE

Le origini della refrigerazione industriale, come la conosciamo noi, può essere fatta risalire ai primi dell’800, quando fu prima teorizzata da Oliver Evans, ed in seguito, dopo qualche decennio, messa in pratica da Jacob Perkins (e che John Gorrie e poi altri perfezionarono negli anni). Ma le origini della refrigerazione tout court, beh, quelle vanno cercate molto più lontano. Già nell’antico Egitto dei Faraoni, infatti, esisteva il frigorifero di terracotta, detto clay-pot, ancora in uso in alcune parti del mondo: ad esempio nel Maghreb, dove è conosciuto come Zeer, oppure nel subcontinente indiano, lì chiamato Matki. Il sistema è semplicissimo ed efficace: un vaso più piccolo, a sua volta posizionato dentro un vaso più grande. Nella intercapedine tra i due vasi viene messa della sabbia, ed in seguito dell’acqua (se il vaso interno è ben isolato, può essere immessa anche acqua di mare), ed il tutto coperto da un panno bagnato. L’acqua dell’intercapedine, evaporando, raffredda il cibo contenuto nel vaso interno (purché ci si trovi in un ambiente relativamente asciutto. Un’invenzione che ancora oggi facilita la vita di chi vive in posti senza elettricità!

ARMADI FRIGORIFERO

Il libro “The Virginia Housewife” (la casalinga della Virginia) scritto da Mary Randolph, fu un best seller del XIX secolo. Una guida alla cucina (con alcuni suggerimenti pratici per la cura della casa: come lucidare l’argenteria, fare il sapone, essiccare le erbe e così via) pubblicata per la prima volta nel 1824, e così popolare da avere una ventina di edizioni successive.
Leggendolo potresti rimanere sorpreso, soprattutto nella parte dove viene spiegato come stagionare ed essiccare sotto sale il manzo durante la calda stagione, l’autore suggerisce di tenerlo “in una ghiacciaia o nel refrigeratore” per il tempo di preparazione.
Aspetta… un frigorifero? Nel 1824?
No, calmiamoci. Non è una sorta di mistero inspiegabile sul tipo di alieni e piramidi. Mary ne aveva persino uno nel soggiorno della sua pensione.
Non era altro che un apparecchio composto da due contenitori (uno, più piccolo, posizionato all’interno di uno più grande) con un po’di carbone pestato finemente in mezzo. Detto dispositivo rudimentale doveva essere ben isolato, considerando che poteva conservare il ghiaccio per 24 ore.
E pensare che quel proto-frigorifero non era nemmeno il primo del suo genere: un’apparecchiatura simile era stata già brevettata nel 1802 da un allevatore di ovini e produttore di burro, un tale Moore (che vendette, peraltro, una delle sue macchine al presidente Thomas Jefferson, uno stretto amico della famiglia di origine della signora Randolph). E nel 1815 due uomini d’affari (J.W. Bronaugh e J. Talbot) implementarono detta invenzione con carbone tritato come isolante.
Quindi, nessun mistero qui.
Per vedere i primi frigoriferi come li conosciamo oggi (un sistema di ” gas compresso” alimentato ad elettricità), l’umanità dovette aspettare ancora qualche decennio.

ARMADI FRIGORIFERO IN CLASSE A

Avete mai sentito parlare di Henry Sidgwick?

Questi è stato un filosofo. Nato e vissuto in Inghilterra durante il XIX secolo. Un look che ricorda Rasputin forse. Ma, decisamente, un altro tipo di personalità.
Sidgwick scrisse un bellissimo libro nel 1874, intitolato “I metodi dell’etica“, in cui teorizzò una nuova dottrina politica: l’utilitarismo.
Il buon vecchio Henry rivangò un antico problema così facendo: sì, ogni singolo membro della comunità dovrebbe promuovere la più grande quantità di felicità dell’insieme, ma è una chiara utopia pensare che ognuno sia disposto a sacrificare il proprio interesse individuale per il bene comune.
Quindi, questo mi porta ai frigoriferi in CLASSE A di INOX BIM, i quali ti permettono di risparmiare sulla bolletta contribuendo a ridurre il consumo di elettricità e le emissioni di CO2.
Il tuo interesse e il bene comune finalmente si incontrano.
Evviva!

ABBATTITORI

Non molto tempo fa, due ricercatori dell’Université de Bretagne-Sud, in Francia, hanno pubblicato un articolo scientifico che mostra i risultati del loro esperimento: le persone sono inconsciamente inclini a bere più velocemente in un ambiente rumoroso.
Un aumento della scala dei Decibel (nello specifico da 72 a 88 dB) ha portato, infatti, ad un consumo più rapido di alcol (in media, del 20% più veloce).
Di norma, ai camerieri ed al personale di cucina viene chiesto di rimanere sobri durante l’orario di lavoro (e su questo sono d’accordo al 100%).
Ma una birra ghiacciata oppure un bel bicchiere di rosso, alla fine del turno, ci sta tutto!
L’abbattitore Inox Bim, anche a pieno carico, rimane silenziosissimo: tra i 55 e 65 decibel.
Quindi puoi sorseggiare il tuo drink senza fretta (inconsciamente o meno)!
Non è fantastico?

ABBATTITORI/SCONGELATORI

Mai sentito parlare di Yin e Yang?
Forse sarai già incappato in questi termini. Più probabilmente, grazie a quell’amico/a che continua a parlare di energia quantistica e pietre curative.
In parole povere, quello dello yin e yang è un principio: tutte le cose esistono come opposti inseparabili e contraddittori, essendo anche complementari e interdipendenti l’una dall’altra.
Quindi, Yin e Yang hanno bisogno l’uno dell’altro. Non si escludono a vicenda.
Anzi, al contrario: si affidano l’uno all’altro per esistere. “Giorno / notte”, “Maschio / femmina”, “Luce / ombra”, “Estate / inverno” sono solo alcuni degli esempi più immediati.
E poi c’è il mio preferito: “Caldo / freddo“.
Due forze opposte che convivono nell’abbattitore/scongelatore AS di Inox Bim. Questo va da -38 ° fino a + 69 °, permettendoti di fare molte operazioni che potrebbero sembrare opposte, ma in realtà sono molto yin e yiang.

ARMADI AD OZONO

Friedrich Schiller fu uno straordinario uomo di cultura dell’Illuminismo tedesco.
La sua produzione intellettuale è stata enorme, e costante, sia in quantità che in qualità, per tutta la sua carriera.
Le sue opere spaziano dalla filosofia alla fisica, dalla storia alla poesia, dalla musica alla drammaturgia.
Un autore così prolifico, va da sé, doveva avere per forza una straordinaria fonte di ispirazione.
Beh si. Schiller aveva un “trucco”.
E un giorno, un amico con cui era solito frequentarsi, un tale Johann Wolfgang von Goethe, lo scoprì.
Schiller era solito riporre in un cassetto della sua scrivania alcune mele, lasciandole marcire.
L’aroma delle mele andate a male lo aiutava a concentrarsi sul suo lavoro, accrescendo la sua creatività.
Goethe gli disse, senza peli sulla lingua, che questa usanza era disgustosa, ma Schiller non aveva intenzione di abbandonare questa abitudine per niente al mondo.
Secondo le parole della moglie: “non potrebbe né vivere né lavorare senza“.
Se vuoi provare anche tu qualcosa di intellettualmente stimolante, ti consiglierei qualcosa di meno “puzzolente”.
Invece, per conservare la frutta e prolungarne la durata, posso consigliarti un’eccellente linea di frigoriferi a ozono!

TAVOLI REFRIGERATI

Sapevi che lo Stato della Pennsylvania (USA) prevede una legge che vieta espressamente di dormire all’aperto sopra un frigorifero?
Beh, almeno questo è quanto scopri leggendo blog o siti web che parlano di leggi strane dal mondo (per qualche curioso motivo, la maggior parte di queste vengono dagli Stati Uniti).
Ma la verità è che non riesci a trovare alcuna traccia di questa legge in alcuno statuto ufficiale, né tantomeno alcuno di questi siti cita delle fonti. Quindi, direi, con un buon margine di certezza, che si tratta di una cazzata…
La maggior parte delle volte, infatti, queste vere e proprie leggende metropolitane nascono dalla deliberata esagerazione di una ordinanza locale (oppure di una denuncia), la quale viene poi, con il passaparola, trasformata in legge.
In conclusione: puoi dormire sopra un tavolo refrigerato Inox Bim. Nessuno te lo vieta.
Anche se ti consiglierei di usarlo piuttosto per conservare il cibo.
Ad ogni buon conto, a te la scelta!

BANCHI PESCE

Sapete quando è apparso il primo critico gastronomico?
Non molto tempo dopo che è apparso il primo cuoco …
Siamo nel V secolo a.C., nella ricca colonia greca chiamata Sicilia.
Miteco non è soltanto un grande chef la cui fama si estende tra le poleis dell’isola. È anche autore di quello che è considerato il primo libro di cucina della storia (di cui purtroppo sono rimaste solo poche menzioni).
Nonostante le scarsissime fonti, sappiamo che ha scritto questa ricetta per cucinare una Tainia, una parola in dialetto greco siciliano per indicare il “pesce bandiera”.
Non era una ricetta molto complicata a dire il vero: “sventrare, eliminare la testa, sciacquare, affettare; aggiungere il formaggio e l’olio d’oliva”.
E questo è tutto.
Quello che sappiamo anche è che Archestrato, poeta colto della colonia greca di Gela (Sicilia), avvertì i suoi lettori (e probabilmente anche coloro con cui si fermava a parlare) che Miteco guastava del buon pesce aggiungendovi il formaggio.
Ora, capisco che non a tutti piace il formaggio sul pesce. Soprattutto il parmigiano grattugiato sulle linguine allo scoglio (ho i brividi solo a scriverlo)…
Ma lasciamo che i gusti siano gusti. E che i pescivendoli, magari, espongano i loro prodotti freschi sui banchi pesce di Inox Bim.