PIZZERIA

La pizza non ha bisogno certo di presentazioni, vero?

Uno dei più popolari street food su scala globale, milioni di pizzerie letteralmente dappertutto nel mondo (esiste un “Italy Pizza” a Pyongyang, Corea del Nord…) eccetera eccetera…

Andando a ritroso per scoprire l’inventore della pizza, ci si perde nei meandri del tempo. Forse viene da una ricetta dell’Antica Persia; forse nacque nell’antica Grecia; forse ha la sua origine nello Stivale (discendente dai vari tipi di focaccia popolari tra gli antichi romani).

Ma, da dove viene il termine Pizza?

Il primo documento ufficiale a citarla risale addirittura al Medioevo.

Annus Domini 997: in quel di Castelforte (un piccolo borgo nei pressi di Gaeta) viene firmato un contratto di locazione. Ad una coppia di giovani contadini, Merco e Fasana, viene garantito, dall’Arcivescovo di Gaeta, il diritto all’uso di un mulino ad acqua, di proprietà della Diocesi.

I termini del contratto erano:

ogni anno nel giorno di Natale del Signore, voi e i vostri eredi dovrete corrispondere sia a noi che ai nostri successori, a titolo di pigione per il soprascritto episcopio e senza alcuna recriminazione, dodici pizze, una spalla di maiale e un rognone, e similmente dodici pizze e un paio di polli nel giorno della Santa Pasqua di Resurrezione.

Bei tempi, quindi, quando un affitto si poteva pagare con delle pizze e dei pezzi di carne cruda…

FERMALIEVITA

Credete sia semplice tagliare una pizza. A vedere il tempo speso da alcuni scienziati, direi tutt’altro invece!

I primi a formulare una teoria furono nel 2009 due matematici americani, Rick Mabry e Paul Deiermann, che con un articolo scientifico “Of Cheese and Crust: A Proof of the Pizza Conjecture and Other Tasty Results” pubblicato sulla rivista scientifica “American Mathematical Monthly“. In questa dissertazione, essi illustrarono come la divisione equa fosse impossibile per numeri dispari. Una dimostrazione costata calcoli trigonometrici complicatissimi. No ragazzi, seriamente…

In soccorso arrivarono due colleghi britannici qualche anno più tardi: Joel Hadley e Stephen Worsley. Essi dimostrarono (“Infinite Families of Monohedral Disk Tiling”, del 2015) come è possibile tagliare una pizza seguendo linee curve per un numero pressoché infinito (certo… si deve avere proprio poca fame), sebbene, ammisero loro stessi, non potevano garantire a tutti la stessa quantità di crosta o di condimento (a seconda dei gusti!).

Insomma, per farla breve, io consiglio di prendere una pizza a testa. E se l’impasto lo prepari tu, di farlo lievitare con il fermalievita di Inox Bim!

BANCHI PREPARAZIONE PIZZA

Dire che la pizza è un piatto, oppure un cibo da strada, vuol dire sminuirla.

 

E sai perché? Beh, per quasi 40 anni, dal 1960 fino alla fine del secolo, a New York, si poteva prevedere l’aumento del biglietto della metropolitana solo guardando il prezzo di una normale fetta di pizza.

Questo fenomeno è stato chiamato “Pizza link“.

Il prezzo medio di una fetta di pizza (la margherita semplice, pomodoro e mozzarella) e un biglietto per una corsa ordinaria in metro, sono stati in correlazione per quattro decenni, nonostante l’assenza di un legame logico immediato tra loro. Per meglio dire, nonostante non ci sia alcun legame logico, e basta.

Per una strana coincidenza, che si è protratta appunto per quattro decenni, l’aumento di un prezzo sarà seguito dall’aumento dell’altro.

Insomma, la pizza non è solo cibo (da strada o che altro). Ma anche uno strumento affidabile per misurare l’inflazione!

Il banco pizza Inox Bim non ti darà certo gli strumenti necessari per controllare l’inflazione, sia chiaro. Ma far la pizza, quello sì!