COTTURA

Una delle domande vecchia quasi quanto la pasta è: l’acqua dovrebbe essere salata prima o dopo l’ebollizione?

Ebbene, potete farlo sia prima che dopo. Non c’è alcuna differenza sostanziale.

Gettare il sale nell’acqua fredda lo farebbe bollire più tardi?

Sì. Ma…

L’aggiunta di sale all’acqua aumenta il suo punto di ebollizione (per il fenomeno dell’innalzamento ebullioscopico).

Tuttavia, per aumentare un litro d’acqua di 1° C, è necessario aggiungere 58 grammi di sale, quando la quantità utilizzata di norma è di circa un decimo, almeno perché la pasta sia “commestibile”.

Dunque, quando aggiungiamo sale all’acqua fredda, aumentiamo sì il punto di ebollizione, ma in modo impercettibile.

Allora perché aggiungendo del sale all’acqua bollente, il bollore diventa più vistoso e “corposo”?

Il motivo non sta nel fatto che il sale fa bollire prima l’acqua (né più, né meglio). Piuttosto perché i cristalli di sale agiscono come “punti di nucleazione”, che, in estrema sintesi, aiutano l’acqua a formare vapore.

Avrete magari anche sentito dire che il sale, se gettato in acqua fredda, tocca il fondo prima di dissolversi e questo può formare piccoli punti di corrosione (“pitting”, tecnicamente parlando).

Vero.

Ma… ancora una volta, nella pratica, la quantità di sale è poca, e la pentola è normalmente di acciaio resistente alla corrosione: niente quindi che una buona pulizia non contrasterebbe efficacemente. Inoltre, quei punti bianchi che vediamo sul fondo della pentola sono spesso dovuti al calcare!

Quindi, buttate il sale quando vi pare, e usate le macchine per la cottura Inox Bim!

CUCINE A GAS

Mai sentito parlare della storia della rana che bolle?

In breve: se metti una rana viva in una pentola piena di acqua tiepida, ed inizi a scaldare quest’ultima gradualmente, l’anfibio non avvertirà del cambio di temperatura, e rimarrà nell’acqua fino a quando non sarà bollito vivo. Questo accade perché la rana non percepisce il pericolo, non essendo in grado di rilevare il leggero ma costante aumento della temperatura.

Questo è uno dei racconti più usati nei vari Ted Talk ed incontri motivazionali di ogni sorta.

E, proprio come 9 racconti su 10 utilizzati per motivare, beh, è un’enorme idiozia.

La povera rana, a prescindere da quanto marcato o lieve sia l’aumento graduale, noterebbe il cambiamento di temperatura non appena l’acqua superasse il suo massimo termico critico: a quel punto l’anfibio cercherebbe di scappare in ogni modo possibile.

Inox Bim dispone di una bellissima gamma di cucine a gas a fiamma libera. Anche per cucinare a fiamma bassa e costante.

Assicurati solo che sia per cuocere cibi e non per far bollire animali vivi.

CUCINE ELETTRICHE

Vi piace l’ambra? Beh, a chi non piace!

Composta da resina vegetale fossile, questa gemma è stata apprezzata sin dalla antichità per i suoi colori vivi e la sua brillantezza. Sono millenni, infatti, che viene usata per produrre gioielli, suppellettili e monili vari.

E sapevate che è proprio all’ambra che l’elettricità deve il suo nome?

Facciamo un salto indietro, nella Grecia del VI secolo a.C.

Qui Talete di Mileto, filosofo, matematico e astronomo di cui l’eco è viva tutt’oggi, giocherellando con una piccola “pietra” di ambra, scoprì che, venendo strofinata, essa inizia ad attirare a sé alcuni piccoli oggetti, come pagliuzze e capelli, oltre a produrre scintille se strofinata con più vigore con altri materiali, come ad esempio un panno di lana.

Il buon Talete (o chi per lui, difficile discernere il mito dalla realtà dopo tutti questi secoli) chiamò allora questo fenomeno élektron, proprio il nome dell’ambra in greco antico. Da qui il nome di elettricità.

Inox Bim, tra le sue gemme, ha anche un ottimo range di cucine elettriche!

CUCINA A INDUZIONE

Se c’era una cosa che Michael Faraday proprio non sopportava, questa era la cacofonia: la sensazione spiacevole che si prova nell’ascoltare parole dal suono poco armonioso.

L’eminente scienziato incaricò il suo amico, William Whewell (che oltre ad essere lui stesso uno scienziato era anche un vero e proprio “paroliere”) di trovare i termini ormai necessari in quella scienza che stavano gradualmente scoprendo: l’elettromagnetismo.

E fu così che nacquero i termini: “diamagnetismo“, “elettrodo“, “anodo“, “ioni” (“anioni” e “cationi“).

Non riusciva a decidere tra “catodo” e “skaiode“. Alla fine si decise per il primo (anche se sono sicuro che siamo tutti d’accordo che il secondo termine è molto più figo).

E “Bicarburo di idrogeno”, che suonava magnificamente. Ma qualche guastafeste decise che “benzene” fosse più appropriato…

E come voleva essere chiamato Michael? Non “fisico” di sicuro. Disprezzava, secondo le sue stesse parole, “l’affetto di tre suoni separati di i” che si riscontrano nel termine inglese (physicist, appunto).

Nei suoi ultimi anni, gli fu offerto un cavalierato dalla regina Vittoria in persona. Faraday rifiutò l’offerta.

Disse che era contento del modo in cui suonava all’orecchio il semplice “signor Faraday”.

Nella foto, il piano cottura a induzione Inox Bim, che riscalda pentole e tegami grazie alla legge di induzione di Faraday.

E che non suona nemmeno male.

CUOCIPASTA

Il Futurismo, movimento artistico, letterario e politico, nato in Italia negli anni tra le due guerre, sosteneva la modernità, l’industrialismo, la guerra, unitamente ai valori di virilità, giovinezza e coraggio. Insomma, la nascita di un uomo nuovo e moderno.

Lo scrittore Filippo Tommaso Marinetti, il suo fondatore, seguendo un nesso logico abbastanza bizzarro, propose di abolire la pasta. Il poeta/ideologo riteneva infatti questa una delle peggiori debolezze degli italiani.

Arrivò a scomodare addirittura Mussolini, chiedendogli di considerare una legge per bandirla dalle tavole.

Secondo le sue stesse parole: “La pasta uccide l’animo nobile, virile e guerriero degli italiani“.

E soprattutto uno dei suoi slogan più famosi: “La pastasciutta non è il cibo dei combattenti“.

Non passò molto tempo prima che Marinetti fosse fotografato al Biffi, un ristorante di Milano, davanti un piatto colmo di spaghetti fumanti.

Purtroppo per Marinetti, molti censori fascisti adoravano la pasta. E questi approfittarono volentieri dell’occasione per mettere in ridicolo l’intransigente avversario della semola di grano duro, colto in flagrante mentre danneggiava deliberatamente il suo “animo nobile, virile e guerriero“.

Da qui una cascata di versi canzonatori bersagliò il povero Marinetti. Tra tutti, quello del celebre scrittore Petrolini:

Marinetti dice Basta! / Messa al bando sia la pasta /

Poi si scopre Marinetti / che divora gli spaghetti!

In conclusione, che tu ti senta un combattente o no, non importa.

Mangia quanta pasta vuoi, e tieni presente che Inox Bim ha un’ottima offerta di cuocipasta!

FRIGGITRICI

French fries, fries, chips, crisps, finger chips e quant’altro….

La storia della patatina fritta è così controversa che, probabilmente, questo è il motivo principale per cui le sono stati dati così tanti nomi!

Uno storico belga (J. Gérard) sostenne di aver trovato un documento, scritto a mano da un suo antenato nel 1781, in cui si faceva cenno alle abitudini che le popolazioni locali avevano in alcune città situate in quello che oggi è il Belgio. Nello specifico, l’usanza di “catturare piccoli pesci nel fiume Mosa e friggerli. D’inverno, quando l’acqua si congela, essi invece tagliano le patate a forma di pesce e le friggono allo stesso modo”. Questa tradizione culinaria, secondo questo manoscritto, durava da più di cento anni, dai tempi della dominazione spagnola dei Paesi Bassi.

Resta il fatto che ad alcuni colleghi di Monsieur Gérard, questa storia sembra un po’ strana: i grassi non erano un prodotto economico a quel tempo, quindi è molto improbabile che un contadino, appartenente ai ceti più bassi, avesse la possibilità di acquistarli nelle quantità necessarie per friggere. Inoltre, le patate non erano comunemente conosciute in quella zona prima del XVIII secolo.

Allora… cosa sappiamo per certo?

Tra i decenni ’30 e ’40 del XIX secolo, un certo “Fritz” (al secolo Frédéric Krieger), un ragazzo bavarese cresciuto in una famiglia di giostrai itineranti, viaggiava in tutto il Belgio con il suo banchetto, cucinando e vendendo le sue “patate fritte in stile parigino“. Se aveste avuto la possibilità di chiedergli dove ha imparato a fare quelle deliziose patatine fritte, Fritz vi avrebbe risposto: “a Parigi, durante la mia esperienza di apprendista chef”.

Poi belgi, francesi, americani, spagnoli… in molti negli anni hanno rivendicato la paternità dello street food più famoso al mondo.

Ma se il dubbio su quale nazione sia da ringraziare non è un motivo sufficiente di friggere patatine (o qualsiasi altra cosa), Inox Bim ha un ottimo range di friggitrici a gas ed elettriche!

COMBI-GRILL

Sapevi che anche le verdure hanno la loro biografia?

Eh già! Questa si chiama “Vegetables: a biography” (in italiano: La favolosa storia delle verdure), ed è stata scritta dalla giornalista francese Evelyne Bloch-Dano (che, tra le altre cose, ha anche scritto biografie di alcuni esseri umani).

Di cosa tratta il libro non dovrebbe essere difficile da indovinare.

Esatto… Verdure.

Verdure viste da diverse prospettive: storica, scientifica, agricola, sociologica, culinaria e così via.

Certo, un bel libro. Ma non occorre per forza leggerlo per grigliare correttamente un po’ di verdura.

Per quello c’è solo bisogno dell’attrezzatura giusta… come il Combi-Grill di Inox Bim!

FRYTOP

E l’Hamburger? Da dove viene fuori?

Ecco un altro mistero della gastronomia: una matassa che storici della cucina cercano di svelare da decenni. Non starò ad elencare tutte le congetture relative alla nascita dell’Hamburger (sono troppe, alcune sono sensate, altre del tutto fantasiose).

Quasi tutti quelli che se ne sono occupati narrano di come l’Hamburger sia sbarcato nella costa atlantica con gli immigrati dell’Europa Centrale, prevalentemente ebrei askenaziti di lingua tedesca. Ora, chi dice che il nome lo deve dalla nave con cui gli immigrati arrivavano a Ellis Island, e su cui questa pietanza era cucinata; chi invece dalla “Hamburg Steak”, la bistecca di Amburgo, un medaglione di manzo speziato e leggermente affumicato, che grazie alla sua durabilità era diventato popolare anche tra le classi più povere della popolazione.

Oppure che l’hamburger non è altro che una rivisitazione fatta dalle taverne nella zona del porto di New York delle frikadelle, grandi polpette “schiacciate” e leggermente fritte, tutt’oggi conosciute con questo nome nel nord della Germania ed in Scandinavia. Questo piatto, originariamente chiamato “bistecca cucinata alla maniera di Amburgo”, prese presto l’abbreviazione con cui è conosciuto oggi.

Insomma, chiamalo come ti pare. Se lo vuoi cucinare, il Fry-top di Inox Bim fa al caso tuo!

BRASIERE

Uno dei simboli più conosciuti al mondo della cucina francese è il “coq au vin”, un galletto (oppure semplicemente un pollo) marinato per lungo tempo nel vino e poi brasato. Un piatto squisito e riprodotto, nonostante sia abbastanza complicato, un po’ dappertutto.

Il piatto è, molto probabilmente, di origine tardo-medievale, per quanto le prime menzioni nei ricettari si abbiano solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Ma lasciamo perdere la storia, e guardiamo piuttosto alla leggenda, che risale nientemeno che ai tempi delle Guerre Galliche…

Si narra che Vercingetorige, mitico capo delle tribù galliche, vedendosi assediato dalle legioni di Giulio Cesare presso la città di Alesia, inviò un galletto, uno di quelli rustici, al suo avversario come segno di sfida. Cesare in quel modo avrebbe capito quanto combattivi e tenaci erano i Galli (il popolo dico…).

Il futuro imperatore dei romani, per ricambiare, lo invitò a cena, in cui fece servire del delizioso pollame, imbevuto in una salsa rossa scura.

Dopo aver banchettato, Vercingetorige chiese a Cesare: “Cosa era quel piatto buonissimo che abbiamo mangiato stasera?”. Cesare gli rispose che era proprio il suo gallo, tenace e combattivo, marinato nel vino rosso e cotto lentamente….

Quindi, secondo la leggenda, il piatto sarebbe italiano, no?

Ma comunque, Romani, Galli, Francesi o Italiani… poco importa! Per queste ed altre lente cotture, usate le brasiera di Inox Bim!

PENTOLE INDIRETTE

La storia della zuppa di pietra, per quanto non famosissima in Italia, è stata raccontata per secoli ai bambini di molte parti d’Europa, e non solo.

C’era una volta un viandante che, dopo giorni e giorni di cammino, arrivò in un villaggio.

Questi portava con sé solo una vecchia pentola. Avendo fame, chiese alla gente se potessero dargli degli ingredienti per fare una zuppa.

Ma gli abitanti del villaggio non erano abituati ad avere a che fare con dei forestieri, il ché li rendeva diffidenti nei confronti di quel vagabondo. Tanto da ignorare le sue richieste.

Allora il viaggiatore, per niente scoraggiato, prese una grossa pietra dal fiume e la gettò nel suo pentolone. Dopodiché accese il fuoco e iniziò a mescolare.

Gli abitanti del villaggio, ora incuriositi, chiesero all’uomo cosa stesse facendo.

Questi gli rispose che stava preparando una zuppa di pietra: una pietanza deliziosa tipica delle sue parti, che sarebbe stato felice di condividere con tutti gli abitanti del villaggio, se non fosse stato per un piccolo problema: non aveva con sé tutti gli ingredienti per seguire la ricetta alla perfezione.

La gente del posto, ora vogliosa di assaggiare quella che sembrava una specialità esotica, iniziò quindi a portare verdure, odori e condimenti: cipolle, spezie, patate e così via…

Una volta che la pentola fu piena, il vagabondo rimosse la pietra.

Di fronte alla folla che gli chiedeva perché avesse portato via l’ingrediente principale, rispose semplicemente che la pietra non è commestibile, ed iniziò a servire la zuppa a tutti.

La morale della storia è: Inox Bim ha nel suo catalogo pentole indirette, sia a gas che elettriche.

Ed anche qualcosa riguardo condivisione, rispetto ecc. ecc…

BAGNOMARIA

Se vi piace cucinare (che sia per hobby o per lavoro) probabilmente vi è capitato di cucinare a bagnomaria almeno una volta.

Ma vi siete mai chiesti perché si chiama così?

Probabilmente no. Ed è assolutamente normale, direi.

Ma, considerando che ormai siamo nell’argomento…

Il bagnomaria deve il suo nome a Maria la Giudea, un’alchimista vissuta in Egitto durante l’era dell’Impero Romano (intorno al I secolo d.C.). Si ritiene addirittura che sia stata la prima alchimista del mondo occidentale (almeno, la prima alchimista della cui esistenza possiamo essere sicuri).

A Maria viene attribuita l’invenzione del kerotakis, uno strumento utilizzato per sigillare ermeticamente un contenitore, e del tribikos, un rudimentale distillatore.

Ma l’invenzione più interessante partorita dalla mente di questa brillante donna è il Balneum Mariae (il “bagno di Maria”). Due pentole una dentro l’altra: la pentola esterna contiene un liquido che, venendo riscaldato dalla fiamma diretta, riscalda a sua volta quanto contenuto nella pentola interna. Facendo ciò, l’alchimista (e in seguito, il cuoco) può essere sicuro che la temperatura massima raggiungibile è il punto di ebollizione del liquido nella pentola esterna (ad esempio: 100°C, se il liquido è acqua).

Si, certo… i bagnomaria di Inox Bim professionali ora sono in acciaio inox, con termostato e parti elettriche.

Ma comunque … Grazie Mary!

ASPIRAZIONE

Leonardo Da Vinci si occupò anche di attrezzature per ristorazione e sistemi di aspirazione. Almeno, li progettò (e probabilmente mai realizzò. Leonardo aveva questo difetto di lasciar le cose a metà…).

Nel Codice Atlantico, la straordinaria raccolta di disegni ed appunti creati dall’inventore/artista, nel foglio 21 recto (datato intorno al 1480) troviamo un girarrosto: questo è mosso dall’aria calda che muove un’elica posizionata dentro il camino, proprio lì dove convogliano i fumi e l’aria calda.

A margine, nella didascalia, Leonardo scrisse “questo è il vero modo di cuocere gli arrosti“. Curiosamente, lo scrisse “normalmente”, ossia da sinistra verso destra, e non specularmente da destra verso sinistra, come egli era solito.

In soldoni, Leonardo aveva teorizzato una cappa d’aspirazione che sfruttava i vapori di cottura per azionare un sistema di trasmissione del moto.

Nessuno che si vuole equiparare al Genio del Rinascimento qui, sia chiaro.

Ma qualora vi servisse per il vostro ristorante un sistema di aspirazione a recupero termico, condensazione o altri tipi di tecnologie, fatemi sapere!