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TRIPADVISOR E OCLOCRAZIA

Innanzitutto, cosa è una Oclocrazia? Secondo la definizione datagli dal suo inventore, il filosofo greco classico Polibio, l’Oclocrazia è – una forma degenerativa della democrazia in cui il potere non è dato al “demos” in quanto corpo politico, ma bensì ad una folla caotica, disorganizzata ed estremamente sensibile all’impulsività-. In questa vi è solo una “illusione democratica” quindi, in quanto tutte le scelte sono prese secondo i mutevoli umori della maggioranza, spesso manipolati da alcuni leader capi-popolo.

Siamo invece tutti d’accordo sul fatto che TripAdvisor non abbia bisogno di ulteriori presentazioni. Questi è, semplicemente, il più grande sito di recensioni sul Web, con oltre 315 milioni di membri, 435 milioni di visualizzazioni al mese e oltre 535 milioni di recensioni di hotel, ristoranti, attrazioni e altre attività legate ai viaggi (Fonte: Tripadvisor.com).

Ma perché questa analogia tra TripAdvisor ed una forma teorica di democrazia degenerata?

In primis, non c’è modo di identificare gli addetti ai lavori, o, meglio dire, le persone che hanno qualche tipo di esperienza nel business dell’Horeca. Mi permetto di dire inoltre che, identificare gli utenti con “attestati di merito” in base al numero di recensioni pubblicate, non è affatto la stessa cosa…

Argomenti come la qualità del cibo, l’arredamento o lo standard di sicurezza sono giudicati in modo assolutamente soggettivo da chi, molto spesso, ha poca o addirittura alcuna esperienza diretta sull’argomento. Ed è qui la prima somiglianza con la forma di governo guidata dagli óchlos di Polibio. Un esempio esplicativo di come alcune recensioni negative ed “eccentriche” possano interessare uno degli hotel più famosi al mondo, il “Ritz” di Londra, è al seguente link: https://www.theguardian.com/travel/2011/jan / 25 / tripadvisor-duncan-Bannatyne

Polibio mise in guardia circa la corruzione che avrebbe colpito la popolazione in questa forma degenerata di democrazia. E così, anche su Tripadvisor il denaro può ungere le ruote: infatti possono essere acquistate sia delle buone recensioni, così come delle negative (da inviare alle pagine dei concorrenti ovviamente). Ci sono anche alcune aziende che fanno di questo il loro core-business (ed alcune di queste sembrano anche molto convincenti: http://www.review-shop.com/).

Una volta che un’attività è iscritta su TripAdvisor (non necessariamente dal proprietario … a registrarla può essere un qualsiasi utente), non può essere rimossa. E, come tutti sappiamo, non è obbligatorio mangiare in quel ristorante (né dormire in quell’hotel) per scriverci una recensione. Questo “bug” fa esporre il proprietario al mutevole umore della folla, che potrebbe essere ingannato da voci o notizie false. Ancora peggio, essere su TripAdvisor potrebbe mettere i titolari in balia di “ricatti”.

Vi sono alcune contromisure a questo: i gestori delle attività possono rispondere pubblicamente alle recensioni, e lo staff di Tripadvisor compie dei periodici controlli per stanare le recensioni false.
Ma dette “contromisure”, sono poi utili per contrastare questa “degenerazione”?

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